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PENSIERI NEGATIVI E CONVINZIONI LIMITANTI SU NOI STESSI

Un insegnante, mentre era seduto sulla spiaggia, osservava due bambini che si divertivano a rincorrersi, finché dopo un po’, stanchi, si sedettero e si misero a parlare tra loro. Forse si erano appena conosciuti, come accade tra bambini in vacanza; in ogni caso sembravano avere un mucchio di cose da dirsi. Uno dei due disse all’altro: “Cosa vuoi fare da grande? Io sarò neurochirurgo”. L’altro rispose: “Accidenti. Non lo so, sai, non ci ho mai pensato. Non sono molto intelligente”. Il vento portò via il resto della conversazione e l’insegnante rimase a chiedersi chi e quali esperienze avessero indotto il secondo bambino a costruire una visione di sé tanto limitata. Se quel bambino non avesse cambiato quella convinzione e se qualcuno non lo avesse aiutato a cambiarla, quell’idea avrebbe influenzato tutta la sua vita, limitandolo e impedendogli di sviluppare tutte le sue potenzialità!


Nel racconto, tratto da “Le parole portano lontano” di Owen, compaiono due bambini che hanno visioni di sé tanto diverse: uno possiede un’immagine di sé di valore, perché pensa di riuscire a realizzare le proprie capacità attraverso il lavoro dei suoi sogni. L’altro, invece, si ritiene poco intelligente, convinzione che non lo porta nemmeno a interrogarsi su che cosa vorrebbe fare da grande! Non sappiamo quali esperienze e riscontri altrui abbiano portato il secondo bambino ad avere un giudizio su di sé tanto critico e depotenziante, fatto sta che se non incontrerà nella sua vita una figura che crede in lui e nelle sue capacità, che sia un insegnante o qualcun altro, in grado di sfidare e scardinare tale convinzione, questa si trasformerà in un dato di realtà. Infatti, le convinzioni che abbiamo su noi stessi, che siano positive o meno, hanno una potenza tale da influenzare i nostri comportamenti e tale da modificare il corso del nostro destino. L’aforisma di Gandhi riesce a cogliere molto bene l’essenza di questo concetto:

Le convinzioni che costruiamo su noi stessi fanno sì che ci comportiamo come se fossero vere e per questo motivo, alla fine finiscono proprio per diventarlo! Il bambino che nel racconto si sente capace, sarà rinforzato da questa idea e userà tutta la sua determinazione e le sue abilità per raggiungere il suo obiettivo, contrariamente all’altro che, influenzato da una convinzione tanto negativa di sé, non ci proverà nemmeno a dimostrare il contrario! Queste convinzioni limitanti potrebbero cronicizzarsi nel tempo e diventare pervasive, fino a generalizzarsi a tutto l’assetto della personalità (“sono stupido”, “non piaccio agli altri”, “sono un fallito); se perdipiù ci impediscono di sentirci soddisfatti e realizzati nella vita, è bene iniziare a trovarne altre più funzionali.

Innanzitutto, occorre considerare che i pensieri sono solamente fenomeni mentali transitori, passeggeri. Essi non sono i fatti, non sono la realtà. Possiamo scegliere, come se avessimo in mano un interruttore on-off, quali pensieri vogliamo che restino nella nostra mente e se ne arriva uno disturbante, possiamo scegliere di cambiarlo con uno che ci dia un’energia positiva. Possiamo, anziché generalizzare, circoscrivere la convinzione negativa a uno specifico comportamento o situazione (da “sono stupido” a “non sono in grado di fare …”, da “sono fallito” a “non riesco a concretizzare …”, da “non piaccio a nessuno” a “non piaccio a …”). In generale, il lavoro in psicoterapia può aiutare a vedere il lato umano delle nostre limitazioni e a trattarle (e a trattarci) con maggiore benevolenza e compassione, perché non siamo esseri perfetti, al massimo possiamo aspirare a diventare perfettibili, siamo fatti di debolezze e di imperfezioni, quelle che ci rendono vulnerabili, autentici e proprio per questo, umani. 

Più nello specifico, quando si hanno a che fare con delle convinzioni limitanti, gli obiettivi del lavoro psicoterapeutico potrebbero essere i seguenti:  

  • Aumentare la consapevolezza delle proprie abilità e risorse personali;
  • Agire sulla percezione di competenza e di autoefficacia;
  • Migliorare la fiducia rispetto alle proprie possibilità.
SPUNTI DI RIFLESSIONE PER INIZIARE A LAVORARE SULLE CONVINZIONI:
Qual è la convinzione negativa su voi stessi che ripetete con più frequenza? (Es. “Sono un fallito”)
– Questa convinzione come influisce sulle vostre emozioni e sensazioni corporee? (Es. “Mi sento triste e abbattuto, sento una sensazione di pesantezza nel petto”)
– Questa convinzione, quali obiettivi nella vita vi ha impedito di raggiungere? (Es. “Non ho colto occasioni che mi si sono presentate, come quel colloquio di lavoro a cui ho rinunciato”)
– Quale nuova convinzione vorreste avere su voi stessi?
– In che modo questa nuova convinzione influirebbe sulle vostre emozioni e sensazioni corporee?
– In quali situazioni vorreste usare questa nuova convinzione?
Ebbene, se avete trovato almeno una situazione in cui vorreste usare la nuova convinzione, che ne dite di metterla alla prova?